…che non sono mai troppi, visto che nel kendo non esiste un punto di arrivo ma “solo” tante piccole ma importanti tappe e conquiste.
Riporto qui di seguito delle parole pronunciate nel corso delle loro vite da Mochida Sensei e Ishida Sensei, sperando di fare cosa gradita e di stimolare ulteriormente la ricerca…. di cosa solo voi lo potete sapere.
“Il kendo per ognuno di noi dovrebbe essere di imparare a dare tutto se stessi e formare la base duramente fino ai 50 anni.
Per “formare la base” molte persone pensano che basti studiare i fondamentali nel periodo iniziale; questo è totalmente errato, e la conseguenza diretta di ciò è che moltissime persone imparano la base solo dentro la loro testa.
Ho avuto bisogno di 50 anni di pratica per fare della base una cosa mia, propria. Ho cominciato una vera pratica ascetica quando avevo circa 50 anni, e da quel momento mi sono sforzato per fare kendo solo con il cuore*.
Le gambe e le anche si indeboliscono a 60 anni, e lo spirito* deve supplire a questa debolezza. Allora mi sono sforzato al massimo per compensare la debolezza del corpo con la forza dello spirito.
L’intero corpo diventa debole a 70 anni. Quindi tramite la pratica ascetica ho iniziato a tentare di non far vacillare il mio cuore. Quando lo spirito non si muove, il cuore dell’avversario si riflette come in uno specchio. Mi sono sforzato per mantenere il mio cuore calmo e immobile.
Quando avevo 80 anni il mio spirito non si muoveva più.
Comunque a volte dei pensieri fluttuanti entrano nella mia mente*; praticando kendo adesso mi sforzo al massimo per tenere questi pensieri fuori dalla mia mente.”
*N.d.t. Il termine “mente, cuore, spirito” è stato tradotto dallo stesso ideogramma “kokoro”; la traduzione di questo carattere in termini latini è praticamente impossibile, quindi si è tentato di dare il significato più adatto alla frase.
Mochida Seiji Sensei nacque nella prefettura di Gunma, in Giappone, il 26 Gennaio 1885 e morì il 9 Febbraio 1974. Celeberrimo maestro di spada, 10° dan di kendo.
“RIFLESSIONI SULL’ESSENZA E SULLE FINALITÀ DEL KENDO
Essere o non essere, non è questo il punto.
Affinché ci sia reciproca crescita, dai tutto te stesso fino a cadere esausto quando “SEI”, e mantieni il cuore calmo e in pace come quando torni a casa quando “NON SEI”.
I modi di giudizio e di pensiero sulla questione sono riguardo alla finalità e all’essenza del Budo giapponese, argomento che sentiamo trattare ogni giorno, credo.
Fuggite lontano dall’egoismo, dalla mente rigida e dal giudizio; dovete riflettere come in uno specchio la verità,ma non per dovere, bensì spontaneamente dovete pulire la vostra mente da pensieri malvagi.
Senza ristagnare ma neppure mostrarsi,
senza fermarsi ma neppure correre,
come ci hanno trasmesso gli antichi.”
Ishida Kazuto (2 Maggio 1903, 9 Maggio 1979) nacque nella prefettura di Fukui e si laureò all’Università di Tokyo nel 1937. È stato il quinto Capo Giudice della Corte Suprema, e il secondo Presidente della All Japan Kendo Federation.
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