KENDO: LA VIA DELLA SPADA
Il kendo è una forma di scherma giapponese, risalente all’uso della spada (katana) nel passato e trasformato agli inizi del XX secolo in disciplina di formazione e di educazione dell’uomo, oltre che sportiva.
Il kendo si vuol proporre come sostegno nella crescita dell’individuo, e per questo è fortemente consigliato nell’età formativa (dagli 8 ai 22 anni circa), tanto che in Giappone, terra d’origine della disciplina, si trovano club di kendo in tutte le scuole, dalle elementari fino all’università.
Chi pratica kendo, oltre a formare corpo e carattere, acquista fiducia in se stesso, capacità decisionale ed impara a rapportarsi alle altre persone; correttezza ed umiltà sono alla base della pratica, il tutto finalizzato a formare uomini migliori che trasportino poi tali valori nella loro vita insieme agli altri. Ciò che si impara in un dojo (luogo di pratica) deve servire all’esterno, nella vita di tutti i giorni.
Nel dojo, oltre a divertirsi e a stringere amicizie si affinano le proprie qualità, e allo stesso tempo si combattono vizi quali l’egoismo, la paura, il dubbio.
Ad oggi il kendo viene praticato da milioni di persone nel mondo, e si tengono importanti raduni, gare, seminari e manifestazioni in ogni periodo dell’anno e dovunque. In Italia negli ultimi anni si è assistito ad un grosso sviluppo, sia in termini di numero di praticanti che di età: se prima si cominciava kendo intorno ai 20/25 anni, oggi ci sono molti ragazzi nella fascia 15/20, e diversi club che hanno anche una sezione bambini, dai 6 ai 14 anni.
Nella pratica i ragazzi ritrovano fiducia in se stessi e voglia di vivere, compiendo quindi un cammino insieme agli altri ma nel contempo estremamente interiore e personale.Il kendo si differenzia dallo sport poiché non vive né di competitività né di premi. L’allievo viene educato a dare tutto se stesso tramite l’azione, poi quello che rimarrà a lui sarà cosa sua, strettamente personale. Gare ed esami di passaggio di grado hanno la loro importanza ma solo all’interno di una visione ben più vasta, che oltrepassa il concetto del solo risultato.
Riguardo alla pratica, nel kendo si usa la riproduzione di una spada in bamboo (chiamata shinai), un costume da allenamento e delle protezioni (maschera, guanti, parafianchi ed un corpetto per il torso). Si sviluppano spalle, braccia, gambe e fortissimi lombari: il sistema cardiocircolatorio è molto allenato, e così tutti i tendini. Il corpo viene usato nella sua totalità, ma in modo veramente peculiare, e questo fa sì che l’apprendimento sia particolarmente difficile.
Lo scopo è di unire la volontà (Cuore) con la tecnica (Mente) tramite il movimento (Corpo), tutti e tre uniti in sincronia, cosa non semplice e che richiede del tempo per attuarla. Dopo i primi passi vengono anche usate delle spade in legno per studiare le forme di combattimento (ovviamente senza contatto fisico) denominate kata.
Per cominciare è solo richiesta una grande passione per la disciplina e una tenuta ginnica; l’attrezzatura iniziale (spada in legno e bamboo) viene messa a disposizione dall’associazione.
27 aprile 2015 at 14:26
[…] mille agli amici dell’Ittoryukai Valdelsa ed Ittoryukai Firenze per aver riportato anche quest’anno i Maestri Ishiyama e Yoneyama e […]